Il Duomo di Milano: storia e origini
Forse non tutti sanno che il Duomo è una cattedrale mariana, essendo dedicato a Santa Maria Nascente.
Per superficie è la quarta chiesa d’Europa, dopo San Pietro in Vaticano, Saint Paul a Londra e la cattedrale di Siviglia.
La sua costruzione inizia nel 1386 sull’area che fu del tempio pagano di Minerva prima e del complesso episcopale della Mediolanum imperiale poi. Mediolanum fu capitale dell’impero romano d’occidente tra il III e il IV secolo d.C. e divenne anche capitale della cristianità, grazie al Vescovo Ambrogio, celebre patrono della città.
Una cattedrale “a ufo”
Nonostante l’esperienza architettonica lombarda utilizzi come materiale il cotto, la nuova cattedrale venne costruita con materiale ben più nobile: il marmo bianco rosato, proveniente dalle cave di Candoglia, località a circa 80 km a nord-ovest di Milano, sul lago Maggiore, border-line con il Piemonte.
Il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti acquistò le cave di marmo, fondò la Veneranda Fabbrica del Duomo e diede l’avvio alla costruzione della grande cattedrale, simbolo del suo potere e della sua religiosità cristiana, donandola ai milanesi.
I blocchi di marmo necessari alla costruzione del Duomo arrivavano dal Lago Maggiore, navigando il fiume Toce, il Ticino, il Naviglio Grande e la fossa interna dei navigli, fino al Laghetto, un piccolo bacino artificiale scavato tra l’odierna Cà Granda e la chiesa di Santo Stefano. A ciò si fa risalire l’origine etimologica dell’espressione “a ufo”, dal modo di dire tipico lombardo “auf”, che significa “gratis, senza spesa”. Si riferisce proprio ai trasportatori dei blocchi di marmo, che erano esentati dal pagamento dei dazi: i battelli recavano sulla chiglia, infatti, una grande scritta “AUF – Ad Usum Fabricae”, e navigavano perciò, “ad ufo”, esenti da pedaggi. Proprio per il trasporto del marmo vengono realizzate le chiuse, sistema per bilanciare il dislivello tra i canali d’acqua esterni alle mura di Mediolanum e i canali interni.
Il gotico lombardo
Nonostante il gotico nell’architettura religiosa nasca in Francia, con i primissimi esempi risalenti alla metà del 1100, arriva a Milano più di un secolo dopo e si esprime con caratteristiche più pacate: strutture meno impetuose, e decorazioni meno espressive rispetto agli altri esempi internazionali.
Queste caratteristiche peculiari prendono il nome di gotico lombardo.
Di fatto il Duomo di Milano viene definito di stile gotico internazionale grazie alla sua fastosità scultorea ed è un monumento unico nell’ampio panorama delle cattedrali gotiche.
Alle maestranze locali si aggiunsero ben presto scultori, ingegneri, architetti provenienti dal gotico centroeuropeo, rendendo così Milano, per oltre un ventennio, una fucina di talenti. Capacità, esperienze e manualità così diverse tra loro diedero vita al particolare gotico internazionale del Duomo, che parte sì da un modello europeo, ma si sviluppa poi in uno stile unico, grazie alla eterogeneità dei lavoratori coinvolti.
La Veneranda Fabbrica del Duomo
Nel 1387 venne fondata la Veneranda Fabbrica del Duomo che organizza la logistica architettonica della cattedrale e si occupa degli arrivi del marmo di Candoglia, atto alla sua realizzazione.
Dall’inizio del 1960, la Veneranda Fabbrica ha intrapreso il metodico restauro conservativo dell’intero Duomo: guglia maggiore, gugliotti, volte, facciata ripulita, vetrate e dipinti, guglie, archi rampanti, falconature, strutture verticali dei fianchi e dell’abside con il loro corredo di migliaia di statue, di ornati, di altorilievi.
Come si può immaginare, il patrimonio frutto di questo lavoro è immenso: migliaia di statue (3419, di cui 1100 all’interno, 2319 all’esterno), miriadi di sculture a mezzo busto nelle cornici e nei finestroni, spettacolari vetrate e ornati decori.
Un’opera di conservazione destinata a continuare nel tempo con grande impegno di uomini, di professionalità, di tecniche sempre più aggiornate, e di mezzi finanziari.
Il Duomo: struttura e architettura
La grandiosa cattedrale, che ha una capienza di circa 40.000 persone, è composta da una pianta a croce latina a cinque navate (la navata centrale è più alta delle laterali) create da 52 pilastri, alti 24 metri e del diametro di 3 metri e mezzo, che sorreggono le volte a crociera originali gotiche. Doveva apparire veramente enorme in una Milano che andava appena al di là dell’attuale Cerchia dei Navigli e in cui le case arrivavano a un massimo di tre o quattro piani.
Guglie (135), vetrate (164), statue e sculture (3419) la fanno sembrare quasi “merlettata”.
E poi ancora, le terrazze, splendido complesso sovrastante le navate, ai quali si accede ad oggi tramite ascensori o una scala a gradini, per godere della vista sulla città.
Nella seconda metà del Cinquecento, a seguito del Concilio di Trento, l’ordine architettonico del Duomo venne modificato secondo i nuovi dettami della controriforma fortemente voluti dal grande arcivescovo Carlo Borromeo.
Nacquero quindi: il nuovo presbiterio riconsacrato nel 1577, composto dal coro ligneo (per i canonici) e quello senatorio (per le autorità laiche), i grandi organi e gli altari laterali, nonché i pavimenti marmorei. Questi furono realizzati in marmo bianco e rosa di Candoglia, nero di Varenna (lago Lariano, Lecco) e rosso d’Arzo svizzero, ormai sostituito da pietra rossa di Verona.
In questo periodo tutte le arti erano in piena attività, con un avvicendarsi di artigiani di ogni arte e materiale (vetro, pietra, pittura, metalli, decoratori vari, nonché liutai e musicisti), tutti di provenienza e scuola lombarda.
Un altro momento determinante per la realizzazione architettonica della cattedrale e, in un certo senso, conclusivo del suo abbellimento decorativo, si ha con Napoleone Bonaparte, che arriva a Milano nel 1796 scegliendo la città come capitale dei suoi territori. Al volere di Napoleone si devono: la conclusione della facciata e della controfacciata interna, le decorazioni sui soffitti delle navate laterali, molta statuaria interna ed esterna, e molte guglie.
Dopo l’incoronazione a dicembre del 1804 a Notre Dame a Parigi, Napoleone si incorona a Milano, proprio nel Duomo, il 26 maggio del 1805 (celebrando il desiderato Regno d’Italia, poi mai realizzato), con la Sacra Corona Ferrea, oggi custodita nel tesoro del Duomo di Monza.
La facciata
Si tratta della parte più recente della costruzione e si divide in una commistione di stili: la parte in alto, al di sopra del primo ordine di finestre con balcone centrale, è napoleonica; mentre la parte inferiore con i cinque portali, è un complesso di unica bellezza realizzato dal grande artista Gian Battista Crespi detto il Cerano, scelto poi, dall’arcivescovo Federico Borromeo, quale direttore artistico dell’Ambrosiana nel 1609; le porte in bronzo, infine, sono novecentesche.
Sul balcone si ammirano due statue laterali:
- quella sul lato sinistro rappresenta la Legge di Cristo; la sua somiglianza con la Statua della Libertà realizzata da Bartholdi-Eiffel nel 1885 la fa considerare fonte di ispirazione
- quella sul lato destro rappresenta, invece, l’Antica Legge di Mosè.
L’esterno e le porte
Il Duomo venne completato con diverse aggiunte all’inizio del Novecento in particolare per le modifiche alle porte.
Quella centrale contiene un intricato altorilievo con Storie della vita di Maria di cui si notano in particolare le due parti centrali: a sinistra Maria tiene tra le braccia Gesù sceso dalla croce, a destra viene narrata l’ assunzione della Vergine Maria; mentre nella parte superiore del portale centrale abbiamo l’incoronazione della Vergine. Ogni porta in bronzo è decorata con un rilievo in marmo sovrastante il portale, qui si ammira La creazione di Eva.
Le altre porte di bronzo raffigurano
Da sinistra:
- la prima L’affermazione del cristianesimo a Milano e l’Editto di Costantino; nel fregio sovrastante Ester e Assuero, personaggi biblici
- la seconda La vita di sant’Ambrogio; nel fregio sovrastante Sisara e Gioele personaggi biblici
- il primo portale a destra del centrale (in 4° posizione) L’affermazione di Milano quale libero comune, quindi la storia di Milano dalla distruzione del Barbarossa fino alla vittoria di Legnano; nel fregio sovrastante Giuditta che taglia la testa a Oloferne, tra le narrazioni bibliche più riprodotte in arte
- la seconda porta a destra I fasti del Duomo, ovvero episodi della costruzione del Duomo; nel fregio sovrastante Salomone e la regina di Saba.
I bassorilievi vicino alle porte rappresentano storie della Bibbia dalla morte di Assalomme alla Cacciata dal Paradiso.
Le Terrazze
La costruzione delle terrazze pedonabili e panoramiche fu predisposta fin dai primi anni della costruzione della cattedrale dagli architetti al fine di poter godere dell’immensa bellezza tra cielo e terra.
Ad oggi, oltre al panorama che permette di apprezzare il campanile di San Gottardo in Corte, la Rinascente, la cupola centrale della Galleria e naturalmente la piazza, la vista del tiburio centrale e della Guglia Maggiore con la Madonnina è ad alto impatto emotivo.
L’interno
L’atmosfera all’interno della cattedrale è particolarmente suggestiva se si considera lo spazio, la poca luce e il significato religioso: l’avvicinamento spirituale tra l’essere umano e Dio.
Gli spazi sotterranei
All’interno della cattedrale si possono ammirare due spazi sotterranei di grande bellezza, il primo, subito all’ingresso, è l’area archeologica del Battistero di San Giovanni alle Fonti, voluto da Ambrogio nel IV secolo per diffondere il cristianesimo; l’altro, nell’area absidale è composto dalla Cripta con la cappella di San Carlo, e dalla cappella Iemale che viene utilizzata per le investiture ecclesiastiche.
Il Battistero di San Giovanni alle Fonti
Trattasi di un edificio a pianta ottagonale dotato di vasca battesimale con acqua zampillante, alimentata da un condotto in laterizi, voluto dal vescovo Ambrogio nel 386, e dove vi fu battezzato sant’Agostino proprio per mano di Ambrogio.
Originariamente largo circa 19,30 metri con 4 ingressi che si aprivano in corrispondenza di nicchie rettangolari, con una vasca di circa 5 metri, fu distrutto nel XIV sec. per favorire la costruzione del Duomo.
L’edificio era splendidamente decorato da una pavimentazione in opus sectile (lastre di pietra), ancora parzialmente visibile e la sua visita è particolarmente significativa, sia dal punto di vista religioso, che archeologico.
Il perimetro ottagonale del battistero è ben visibile oggi sul sagrato del Duomo (sopra gli scalini, sulla pavimentazione). La forma richiama il simbolismo del numero 8, il numero infinito che indica la rinascita eterna.
La cripta – scurolo e la cappella Iemale
La Cripta è di forma circolare, con marmi colorati, ed era il luogo destinato all’officiatura dei canonici e a custodia delle reliquie.
Lo “Scurolo” (così detto dal termine dialettale milanese scuroeu, cioè ambiente scarsamente illuminato o sotterraneo) è il luogo che custodisce le spoglie di San Carlo Borromeo: una piccola cappella ottagonale rivestita da lamine d’argento
L’area comunicava con il Tesoro che oggi è custodito al museo del Duomo.
La meridiana
Appena entrati nella cattedrale, si osserva, inserita nella pavimentazione e parallela alla facciata, una striscia di ottone incassata nel pavimento che collega il lato destro con il sinistro e risale, sulla parete sinistra per quasi 24 metri, nonché tasselli di marmo bianco con i simboli dei segni zodiacali sulla pavimentazione: si tratta della linea meridiana che riceve il raggio di Sole da un foro gnomonico praticato nella volta della crociera più esterna di destra in alto, che giunge fino alla parete sinistra dove si trova il simbolo del Capricorno.
Costruita nel 1786 dagli astronomi dell’osservatorio di Brera quale sistema per misurare il tempo attraverso la luce solare, venne posizionata proprio all’ingresso della cattedrale per permettere l’accesso ai cittadini senza disturbare le funzioni religiose.
Rimane valida anche la tesi esoterica per cui la presenza dei segni astrologici farebbe pensare a studi di natura più complessa. Il segno del Capricorno, infatti, posto sulla parete sinistra del Duomo è il punto finale dove arriva il raggio di Sole e questo animale rappresenta in esoterismo il demonio.
Quindi, il Sole del solstizio invernale, che sancisce il ritorno alla luce in quanto dà inizio a giornate sempre più lunghe e con più luce, simbolicamente colpisce le tenebre, rappresentate dal Capricorno, al fine di ristabilire il regno della luce identificato nel cristianesimo con la venuta di Cristo.
La Nivola
All’ingresso della Cattedrale sul lato destro in alto, proprio vicino al foro della meridiana, si colloca il meccanismo della Nivola, ovvero una navicella (ricoperta da tela di legno tagliata “a nuvola” con dipinti di angeli tra le nubi) che si dice fu progettata originariamente da Leonardo.
Su questa navicella sale, una volta all’anno, il 14 settembre – festa dell’Esaltazione della Croce – l’arcivescovo della città per giungere nella zona più alta, dove si trova la croce che custodisce il Sacro Chiodo della croce di Gesù.
Il Chiodo è custodito in una teca d’argento e cristallo di Rocca, con sopra una croce lignea di grande pregio. Entrando nella cattedrale si nota in alto in fondo il crocefisso con una luce rossa che, appunto, segnala la sua importante presenza.
La devozione al Santo Chiodo venne ritualizzata da San Carlo Borromeo che lo portò in processione durante la peste del 1576 insieme alla croce.
Infine: la Madunina
Sulla guglia maggiore, nel 1774 venne posta una statua in rame dorato, opera dello scultore Giuseppe Perego, raffigurante la Madonna Assunta, fusa in oro da Giuseppe Bini. La statua è alta 4,16 metri per un’altezza totale (guglia e Madonnina) di 108,50 metri.
La Madonnina domina in tutto il suo splendore: lo sguardo è rivolto verso l’alto e le movenze conferite alla scultura denotano il suo carattere a spirale, come proiettato verso il cielo e in atto di implorare la benedizione di Dio verso la città.
Dal momento della sua posa è diventata il simbolo del capoluogo lombardo, anche al di là della sua valenza religiosa.
Frasi come all’ombra della Madonnina indicano per antonomasia la città di Milano.
La tradizione-scaramanzia
Una tradizione-scaramanzia che si ripete è quella di portare la Madonnina nel punto più alto della città.
All’origine, come accennato prima, furono i 108,5 metri del Duomo: nessuna opera dei mortali poteva stare più in alto di lei.
Passarono quasi 200 anni, finché il futuro pontefice Montini, nel 1960, decise di portare una copia della statua a 127 metri, sul tetto del Pirellone.
Cinquant’anni dopo toccò all’arcivescovo Tettamanzi porre la sua mano sulla terza Madonnina, salita a «dominar Milàn» a quota 161 metri, sopra la nuova sede della Regione, Palazzo Lombardia.
Il Museo del Duomo
Dopo la riapertura nel 2015 per Expo, qui si può finalmente godere di molte testimonianze: oggetti e arredi liturgici con preziosi reperti di altissimo valore realizzati tra il IV e il XX secolo che costituiscono il Tesoro del Duomo, in particolare il prezioso Evangeliario di Ariberto da Intimiano del XII secolo
Nell’allestimento del primo nucleo si trovano statue, vetrate, modelli della cattedrale e frammenti architettonici sopravvissuti ai danni dell’ultima guerra, nonché altro materiale proveniente dai magazzini della Fabbrica del Duomo e messo a disposizione permanente.
Intorno agli anni ‘70 il museo venne ampliato con l’acquisizione di altre 10 sale del Palazzo Reale, che ne raddoppiò la superficie, ora di 200 mq.
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